ROMA (5 settembre) – Proteste in tutta Italia dei precari della scuola contro i tagli del governo nel “No Gelmini day”. A Roma prosegue l’occupazione dell’Ufficio scolastico provinciale in via Pianciani. Il portavoce dei Cobas della Scuola, Piero Bernocchi, spiega che «l’occupazione è stata decisa contro i drammatici tagli nell’istruzione pubblica che lasciano senza lavoro, dopo anni o decenni di supersfruttamento, decine di migliaia di precari della scuola, docenti e Ata, e immiseriscono ancor più una scuola pubblica già dissanguata da una continua riduzione di investimenti e impegni da parte dello Stato».
«La protesta – prosegue Bernocchi – vuole essere anche una risposta all’ultimo e catastrofico progetto della Gelmini , i cosidetti “contratti di disponibilità” che non sono altro che un tentativo di dividere i precari offrendo a una ristrettissima fascia di essi dei contratti regionali per mansioni vaghe e ultraflessibili in cambio di sottosalari, la cui copertura finanziaria al momento neanche esiste. Progetto che i precari e i Cobas condannano nettamente e che sta ricevendo invece l’appoggio anche dei sindacati concertativi».
Corteo dei precari anche a Milano. Dietro lo striscione “Da Milano a Palermo assunzione per tutti”, firmato coordinamento 3 ottobre, presenti oltre 300 precari. Tra i partecipanti alcuni esponenti politici locali come Emanuele Fiano del Pd, Antonello Patta del Prc assieme ad altri partiti della sinistra radicale. Secondo Leonardo Donofrio, del sindacato IUniscuola, «hanno ragione i precari nel sentirsi presi in giro e nel diffidare dalle promesse».
Precari in mutande a Palermo. Hanno indossato mutande e costumi da bagno, sopra i vestiti, per attirare ancora l’attenzione dell’opinione pubblica sulla loro situazione di precari della scuola «rimasti in mutande» e che non «possono neanche andare a mare per una breve vacanza». La manifestazione di insegnanti e personale Ata si è svolta davanti l’ufficio scolastico in via Praga a Palermo dove da dieci giorni è in atto un presidio permanente di precari con cartelli e striscioni contro la riforma della pubblica istruzione.
Il coordinamento della protesta chiede: il ritiro dei tagli della scuola pubblica; la stabilizzazione di tutti i precari della scuola; la risoluzione della vertenza del personale Ata. Il coordinamento rifiuta poi i contratti di disponibilità. I sindacati provinciali della scuola Flc-Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno indetto per il 14 settembre una manifestazione a Palermo e ieri sera hanno deciso di sospendere l’occupazione dell’Ufficio scolastico.
A Catania oltre cinquecento precari hanno sfilato in corteo. Insegnanti e impiegati Ata hanno portato a spalla un cassa da morto che rappresentava la scuola pubblica italiana e esposto manifesti e scandito slogan contro la Gelmini. «Questa strada – ha sottolineato Giovanni Nastasi, del coordinamento precari di Catania – è piena di persone che l’anno scorso avevano un posto di lavoro, una cattedra. Oggi siamo tutti a spasso: 1.500 tagli nella sola provincia di Catania non sono numeri, ma persone come me e i miei colleghi, persone che hanno una vita, una storia e sentimenti». A Catania da giorni i manifestanti hanno occupato l’Ufficio scolastico provinciale.
A Messina circa 400 precari della scuola stanno protestando per il «No gelmini day» davanti alla sede della prefettura, dove sono giunti in corteo, dopo aver sfilato per le vie della città partendo da piazza Municipio. I manifestanti hanno portato in corteo una bara con scritto «La scuola è a lutto per la perdita dei suoi precari». «In città – ha detto Mariagrazia Pistorino, segretaria della Flc Cgil di Messina – la situazione dei precari è gravissima».
A Benevento gli insegnanti precari sono scesi in piazza dando vita a un corteo per il “no-precary day”. Oltre un centinaio di persone, comprese alcune insegnanti che stanno occupando da una settimana il terrazzo della sede dell’ufficio scolastico provinciale di Benevento, hanno dato vita al corteo di protesta partendo da via Gramazio (sede dell’ex provveditorato) per poi giungere, lungo le strade principali della città, sotto la prefettura di Benevento dove sono stati ricevuti dal neo prefetto Michele Mazza. All’interno del corteo si sono notati striscioni con scritte «500 tagli solo nel Sannio» e «No al più grande licenziamento effettuato in Italia», alludendo ai tagli previsti dal decreto Gelmini.
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