Torna e mobilita i precari della scuola: "A Milano sono il 30% del personale in servizio: riprendiamoci le piazze". di Teresa Palese
L'inossidabile sindacalista e socialista milanese, Leonardo Donofrio, torna dalla Francia dove ha manifestato contro il CPE (Contrat Première Embauche)al fianco dei precari , e annuncia che anche a Milano guiderà la protesta dei precari della scuola.
Quindi anche Milano avrà a partire dal 4 aprile il suo Cpe, che Donofrio denomina "Contratti Precari Eterni". Si partirà con una grande assemblea del personale della scuola, organizzata dall'associazione ScuolaMetropolitana, nella sede sindacale di Sesto Marelli, per proseguire con una serie di iniziative che sfoceranno in una grande manifestazione dopo le elezioni. "I posti messi a disposizione dei precari della scuola sono 23.550 su 200.000- dice Donofrio dopo aver studiato gli organici- assolutamente insufficienti a garantire una scuola di qualità che dovrà passare inevitabilmente dall'assunzione stabile del personale".
Spiega che "dobbiamo iniziare da subito una lotta seria che coinvolga tutti i precari del nostro Paese, e respingere la prospettiva che nel prossimo futuro il precariato diventi il solo mezzo di entrata e permanenza nel mondo del lavoro". Forte del suo stage a Strasburgo, non si lascia tirare per la giacchetta da nessuno: "La mobilitazione dovrà continuare anche se dovesse vincere Prodi, affinché sia sciolta l'incertezza con la quale i giovani sono costretti ad affrontare oggi il mondo del lavoro".
Donofrio, invitato dal sindacato di Strasburgo, è stato protagonista insieme a un milione e mezzo di studenti e lavoratori francesi, in una serie di manifestazioni per contrastare il disegno di legge sul primo impiego, presentato dal Governo Villepin, e che ricorda la "legge Biagi" italiana.
Progetto che dovrebbe regolare i rapporti di lavoro tra i giovani minori di 26 anni e le imprese con meno di 20 dipendenti. Infatti l'articolo II dell'emendamento prevede la piena autorità da parte del datore di lavoro di licenziare il dipendente senza preavviso nell'arco dei primi due anni di prova. Una legge quindi che prende le parti delle imprese e va contro il lavoro giovanile. Perché tende a precarizzare i diritti dei giovani che si affacciano al primo impiego, vuole legittimare il licenziamento senza giusta causa e intende discriminare la posizione dei lavoratori in base all'età.
Il segretario del Parti Socialiste, François Hollande, ha risposto al governo che se la legge passerà all'Assemblea Nazionale, presenterà una mozione di censura.
Il CPE, è giunto in un momento dove il mercato del lavoro risente della crisi internazionale, e dove la metà delle offerte di lavoro sono contratti di stage. Dove bisogna prima imparare per essere competitivi, e poi guadagnare.
In Francia gli studenti effettuano diversi stage, a volte anche lunghi (6-12 mesi), svolti alla fine degli studi universitari per validare la laurea.
Un po' come avviene da noi. Dove troviamo ragazzi che a trent'anni, già laureati, continuano a studiare, tra master e doppie lauree, sperando di trovare presto un lavoro. E intanto vivono ancora in casa completamente a carico della famiglia.
I giovani francesi riprendendosi le piazze, come nel '68, hanno dimostrato che "il lavoro non si tocca", e che questo tema va ben oltre la "concertazione" dei cinque sindacati francesi con il ministro Villepin, al fine di trovare una soluzione ai conflitti.
In Italia, dove si è voluto far passare l'idea che è giusto rendere precario il lavoro per ridurre la disoccupazione, ora abbiamo politicanti che invece di trovare soluzioni al rilancio dell'economia e del mercato del lavoro, discutono nei salotti televisivi se la legge Biagi è da tenere o abrogare.
Ma da noi si ha quasi una sorta di timore a riprendersi le piazze. I nostri giovani, come pugili suonati, aspettano fiduciosi che siano Prodi o Berlusconi di turno a risolvergli il problema.
di Teresa Palese
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