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giovedì 24 settembre 2020

Corriere/Milano: «Basta cattivi maestri, scuola a rischio caos»

 

«Ci vuole subito un albo dei docenti abilitati»

«Ci vuole subito un albo dei docenti abilitati»«Basta cattivi maestri, scuola a rischio caos»Presidi: troppi precari e dilettanti allo sbaraglio. Supplenti: non siamo mostri. Sindacati: colpa del sistema di reclutamento e dei bulli

Cattive maestre, giovani maestre? Impossibile fare equazioni di questo genere. Però... «Certe cose — denunciano i veterani della scuola — succedono solo con i precari». È lo scatto di orgoglio di una categoria che si sente pressa di mira, di quell'esercito di 42 mila insegnanti di Milano e provincia che non ci stanno «a essere dipinti come mostri». Precaria è R. S., la ventiduenne messinese che ha tagliato la lingua al piccolo Ahmed, arrivata a Milano a settembre. Contratto fino al 30 giugno, nessun corso abilitante per il sostegno ai bambini disabili. Nelle stesse condizioni la prof «a luci rosse» di Nova Milanese. Giovani alle prime esperienze, senza rete, spesso in arrivo dal Sud Italia — «In Lombardia c'è più turn-over». Diecimila precari a caccia di un posto. «Arruolati» con un sistema «macchinoso, perverso, costoso». Il reclutamento funziona così: a settembre le scuole contattano i docenti per i posti vacanti. Via telegramma. Si attende la risposta e, se il convocato rifiuta l'incarico, ricomincia la «caccia». «E sono migliaia di euro», sospirano i presidi. «Come trent'anni fa». Il provveditore Antonio Zenga, a ottobre l'aveva detto: «Siamo costretti a convocare chi non è in graduatoria. Siamo tornati a quando si nominavano i laureandi». Oggi lo conferma: «C'è il rischio di affidare incarichi a docenti senza titolo». I problemi più gravi nel sostegno: 4.600 posti da coprire e pochi docenti abilitati: solo il 70 per cento di chi segue un disabile ha una specializzazione per farlo (un corso universitario). Gli altri, come R. S. «vengono buttati nel mucchio». E allora, chi forma gli insegnanti? Susanna Mantovani, preside della Facoltà di scienze della Formazione alla Bicocca dice: «Il problema è delicato, c'è una discussione ministeriale in corso. Per insegnare alle elementari, la legge prevede quattro anni di università e un semestre per il sostegno. Sono giovani inesperti, ma è meglio del nulla di una volta. È anche vero, però, che il corso di sostegno è una scorciatoia per il posto in ruolo perché dà più punti in graduatoria. Con un risultato: chi è abilitato va a insegnare matematica e per un bimbo disabile arriva personale di risulta». «Dilettanti allo sbaraglio». Per questo c'è chi invoca un albo dei docenti abilitati. Lo chiede Leonardo Donofrio di IUniscuola: «Serve una certificazione di idoneità». Gianni Gandola, dirigente dell'elementare di viale Mugello: «Bisognerebbe introdurre criteri di valutazione. I supplenti? Se un preside vede che un precario non è all'altezza, deve avere gli strumenti per non affidargli l'incarico». Secondo Claudio Mencacci, responsabile del Dipartimento di Salute mentale al Fatebenefratelli, «il problema sta nei meccanismi attraverso cui viene selezionato il personale a contatto con i ragazzi». Lo psichiatra continua: «Per queste figure urgono test specifici sulle doti di autocontrollo». Wolfango Pirelli, segretario nazionale Flc-Cgil scuola, dice: «La nostra continua richiesta di due insegnanti nella stessa classe non è un caso. Purtroppo, poi, molti docenti non hanno capito che i bambini di oggi sono cambiati». Difende la categoria la maestra Grazia De Gennaro: «Fare l'insegnante è diverso da essere insegnante. Chi lo è veramente, sa accettare ogni bambino e valorizzarne i lati positivi».

Annachiara Sacchi


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